Necessità e desiderio
Come ogni tecnologia di valore, LLM e AI aprono nuove possibilità, nicchie e ambiti, lasciando spazio – sebbene in diversa misura – a ciò che era già esistente. Proprio come lo streaming video non ha sostituito la televisione, o l’agricoltura intensiva non ha reso impossibile coltivazione hobbistica o su piccola scala, le AI ci mostrano nuovi orizzonti e spostano alcuni confini. I dubbi esistenziali e le insicurezze umane non appartengono in nessun modo a loro, nonostante il nome evocativo che gli abbiamo dato.
Se oggi esiste un’intelligenza artificiale capace di scrivere un articolo di bassa qualità in pochi secondi, significa che scrivere articoli di bassa qualità sarà d’ora in poi uno spreco di tempo. Se quella stessa intelligenza artificiale sa assecondare gli algoritmi meglio e più velocemente di quanto possa fare un essere umano, significa che avremo l’opportunità di dedicare il nostro tempo a qualcosa di diverso, che abbia più a che fare con quello che è davvero di interesse per altri umani, piuttosto che ad algoritmi intermediari.
In un futuro potenziato dall’intelligenza artificiale dovremo occuparci di tutto quanto l’intelligenza artificiale non può fare. Ribadire le ragioni della qualità contro quelle della quantità. Trovare forme di bellezza diverse da “quello che piace all’algoritmo”. Scrivere bene anziché scrivere per Google. Cercare forme di collaborazione contro la polarizzazione e le contrapposizioni tossiche alimentate dai social. Preferire il fact based al clickbait. È già possibile, naturalmente, e in futuro avremo più opportunità per farlo.
Sia gli umani che le intelligenze artificiali agiscono sulla base di ciò che conoscono, iterano e rinnovano, unendo alla rielaborazione contributi raccolti altrove.
Gli umani, tuttavia, hanno qualcosa di esclusivo, che le AI non conosceranno mai nel loro processo creativo: necessità e desiderio. Queste caratteristiche guidano tutte le nostre azioni e sono onnipresenti, mentre gli LLM vivono spesso nello spazio di una singola frase. Trovandosi al servizio di chiunque, in mille sfaccettature, non possiedono una personalità, e anche se la possedessero, sarebbe la stessa, conosciuta da tutti.
Anche se un giorno le intelligenze artificiali dovessero essere in grado di produrre testi e contenuti di alta qualità e di rendere indistinguibile il loro prodotto da quello di un umano, non avranno mai la creatività e l’inventiva che derivano dall’intenzione di ottenere qualcosa di personale, qualcosa di cui si ha bisogno e desiderio. Potranno soltanto tirare a indovinare e mostrarci risultati attendendo un nostro giudizio su ciò che troviamo meritevole o meno.
In futuro saremo chiamati a rispondere in modo sempre più creativo al perfezionarsi dell’intelligenza artificiale. Gli LLM possono aiutarci a scoprire nuovi scenari che non conoscevamo, o a vederli più facilmente da un nuovo punto di vista. E questo potrebbe aiutarci ad aprire spazi per l’inatteso, l’imprevedibile, il non ancora pensato. Ascolteremo le storie che ci propongono e proveremo ad andare un passo più in là, immaginando racconti nuovi.
Insomma, non è ancora arrivato il momento di arrendersi. Le macchine non hanno ancora vinto, anche perché non vogliono vincere, non conoscono questo desiderio né hanno questa necessità: tutto quello che saranno in grado di fare, ancora per un po’, dipenderà da come noi sceglieremo di interagire con loro.
C’è ancora molto da fare: il lavoro vecchio sarà più facile, ma il nuovo dovrà essere migliore.