Candido, trasparente, radicale
All’origine della cultura interna di Netflix c’è l’idea che tutti debbano parlare apertamente con tutti, in qualunque momento, per mettere in evidenza le cose
fatte bene e quelle migliorabili. “Quando parli di qualcuno, non dire niente che non
gli diresti in faccia” è il principio di fondo. Ma a partire da questo principio viene incoraggiata una cultura dell’apertura e della trasparenza che non deve lasciare niente di non detto o di inespresso. Se chiunque vede qualcosa che non funziona e che può essere migliorato, è un suo compito comunicarlo agli altri.
Alle persone viene chiesto di essere candide, e di essere radicali: sono queste le due caratteristiche principali del feedback efficace secondo Netflix. Candido, ovvero dato con assoluta sincerità, senza fare calcoli o preoccuparsi di questioni di opportunità. Radicale, ovvero dato con l’intenzione di andare alla radice di un problema, senza eufemismi e senza giri di parole, senza eludere gli aspetti problematici e potenzialmente spiacevoli.
Perché questo sia possibile, è necessario coltivare non solo una cultura del feedback, ma anche una cultura della ricezione del feedback, che deve essere incoraggiato, accolto, interpretato sempre come un’azione positiva che porta valore alle persone e all’organizzazione.
Il punto fondamentale, infatti, è che il feedback serve non solo alle persone, per crescere e migliorarsi, ma serve alle organizzazioni. Un’organizzazione davvero in grado di distinguersi e di spingersi oltre
ha bisogno che le persone si abituino a dirsi le cose in faccia. Non serve
che i feedback siano tracciati, archiviati in una piattaforma o in un labirinto
di file Excel. Allenare le persone al feedback significa promuovere un cambiamento di mindset che deve radicarsi nel lavoro di tutti i giorni.
Non significa settare una procedura, ma nutrire una cultura.
Chiaramente una cultura di questo tipo ha bisogno di persone che sanno come dare un feedback di qualità. Parlare con franchezza non significa dire qualunque cosa ci passi per la testa. Il feedback efficace deve avere delle caratteristiche e delle modalità precise. Un feedback dato “con candore” è umile, è pensato per aiutare, è immediato, e preferibilmente è dato di persona (in privato se è una critica, in pubblico se è un complimento). Soprattutto, è un feedback che parla del lavoro, non della persona. E deve sempre essere accompagnato da atteggiamenti e intenzioni costruttive, sia quando si dà, sia quando si riceve.
Quando si dà un feedback bisogna sempre mirare ad aiutare qualcuno, e bisogna fare in modo che il suggerimento sia attuabile, cioè che contenga degli elementi concreti e sia meno possibile vago e generico.
Quando si riceve un feedback è importante mostrare sempre apprezzamento, e allo stesso tempo avere la libertà di accettarlo o respingerlo, possibilmente in modo esplicito e argomentato. Seguendo queste regole il feedback smetterà di essere un momento di rigida valutazione, e diventerà un fluido vitale, una sorta di carburante che circola in tutti i tessuti dell’organizzazione.