Bello perché imperfetto
Diventeremo più umani se abbracceremo la bellezza dell’imperfezione. Tutti noi, in quanto umani, siamo esseri complessi, con i nostri difetti, le contraddizioni, e le caratteristiche che ci rendono unici. L’imperfezione ci ricorda che la vita non è sempre prevedibile o controllabile. La mancanza è uno stato dell’essere, in cui la perfezione e le qualità idealizzate sono assenti. Una condizione che accetta la presenza di errori, fraintendimenti, limitazioni.
L’imperfezione è un aspetto naturale dell’esistenza umana e della realtà, che mostra l’unicità, l’individualità e la complessità dei diversi aspetti della vita. Invece di essere percepita come un tratto negativo, l’imperfezione può essere apprezzata per la sua capacità di aggiungere carattere, profondità, autenticità alle persone, agli oggetti e alle situazioni. Quando supportiamo l’imperfezione, intraprendiamo un percorso verso una versione più reale di noi stessi. L’imperfezione implica che la vita non aderisce a standard idealizzati, prevenendo così la frustrazione. Ci ricorda che non possiamo essere sempre perfetti, e questo è ciò che ci rende riconoscibili. Ci incoraggia ad accettare che la vita è incasinata, e a riconoscere che anche nelle situazioni tutt’altro che ideali possiamo trovare valore e significato.
L’imperfezione attiva una serie di emozioni e di qualità come l’empatia, la felicità, l’accettazione, l’umiltà, la resilienza, la compassione, l’ironia, l’apprezzamento, la gratitudine, la crescita, l’unicità, il significato, lo scopo, la complessità, la vulnerabilità e, paradossalmente, la bellezza.
L’imperfezione ci aiuta a sviluppare la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri, di vedere le cose dal loro punto di vista e non solo dal nostro, di riconoscerci negli altri, di lasciar andare, di accettarci, di essere più comprensivi, di adattarci al cambiamento, di cogliere le opportunità quotidiane di crescita e di miglioramento, di accogliere la vulnerabilità, e di dare valore a noi stessi in quanto unici, aggiungendo sostanza e profondità a tutto ciò che ci circonda.
L’arte ci viene in soccorso, perché ci insegna che la bellezza spesso non sta nell’oggetto ma negli occhi di chi guarda. Basta riconoscere l’assertiva compiutezza dei voluminosi corpi di Botero, o i busti di Peletti assediati dalle mosche, o le evocative dicotomie di Basquiat, i ritratti intimamente vulnerabili di Freud, l’infinità dei mondi in cui Kusama riesce a immergerci. E la lista potrebbe estendersi all’infinito.
Le organizzazioni possono supportare le imperfezioni mostrandoci con brutale onestà che la vita non somiglia a quella dei cataloghi. Un’intuizione che rompe le convenzioni esteti- che e ci permette di identificarci.
Ikea ha avuto il coraggio di mostrare che una stanza, piacevolmente arredata con i loro mobili e le loro impeccabili descrizioni, può ospitare anche una donna disfatta che vomita sul divano mentre i suoi figli giocano in salotto.
Un deodorante femminile Dove va al di là della sua funzione di rinfrescare le ascelle, e diventa un supporto per le minoranze che cercano corpi non normativi, dando voce alle donne che non si sentono rappresentate dagli standard di bellezza industriali.
La vita non è sempre pulita. Accettare questa verità e rifletterla nei nostri messaggi aiuta le persone ad attraversare le proprie, di vite. Un brand di arredamento esiste e resta rilevante se non dimentica mai che tutto ciò che crea è fatto per essere usato, anche quando sarà coperto di vomito o di pipì di cane.
Un brand esiste per mostrare le ascelle senza vergogna, a prescindere da come appaiono, perché tutte hanno diritto di esistere: rasate, pelose, tatuate, macchiate, chiare, scure, segnate dalle cicatrici. Una visione più realistica e inclusiva dei corpi che, con empatia verso ogni storia, dà rilievo al purpose del brand.
E certamente un brand diventa più umano quando celebra l’imperfezione in tutte le sue forme. Quando rappresenta e riconosce la bellezza in ciò che è raro, promuove fiducia e inclusione. Dando voce a chi si sente escluso, dà impulso a valori più profondi e più rilevanti per la nostra società.